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Il nostro centro odontoiatrico è provvisto di Laser a diodi di ultima generazione.
Si è fatto un gran parlare dell’uso del laser in odontoiatria negli ultimi anni.
Vediamo quali sono i suoi principali utilizzi.


Non c’è dubbio che l’uso principale del laser in odontoiatria è rivolto ai soggetti che soffrono di parodontite. Il laser rappresenta un’arma efficace per la cure delle tasche parodontali. Ma procediamo con ordine.
Nei soggetti che hanno la Parodontite spesso si formano le cosiddette tasche parodontali, ovvero delle fessure tra dente e gengiva, in cui si depositano inevitabilmente i batteri responsabili della malattia. In tali tasche, il paziente anche se animato di buona volontà, non sarà mai capace di pulirle bene: non per una sua colpa, ma per l’anatomia di queste fessure.
Pulirle è compito del dentista. In che modo?
In prima battuta bisogna eseguire una corretta igiene professionale, utilizzando strumenti manuali (come le curettes) o meccanici (come gli ablatori, quelli usati per la classica pulizia dei denti per intenderci) al fine di togliere tutta la placca ed il tartaro presente.
Ma questo non è sufficiente a combattere i terribili batteri della parodontite. Le tasche sono spesso molto profonde e l’uso degli strumenti citati prima non è bastevole.
Il Laser a diodi con i suoi inserti piccoli (fibre) e il suo meccanismo di azione puntiforme riesce a raggiungere anche le zone più profonde delle tasche.
Ma come agisce? Le punte del laser quando vengono inserite nelle tasche ed attivate, hanno la funzione di sterilizzare l’insieme dei batteri presenti in questi piccoli ambenti. In pratica li uccide!
Il tutto è assolutamente indolore, e questa è una dei più grandi vantaggi dell’uso del laser nella parodontite. Se si pensa che in passato le tasche venivano trattate chirurgicamente, si capisce quale vantaggio abbia portato questo strumento tecnologico nella cura della parodontite.


Ma il laser non presenta solo campo di azione nei soggetti con parodontite.
Le sue funzioni sono molteplici. Vediamo quali sono:
• DESENSIBILIZZAZIONE di elementi dentari che soffrono di sensibilità dentinale.
• Sterilizzazione di canali radicolari infetti.
• Uso chirurgico come ad esempio la FRENULECOTMIA.
• SBIANCAMENTTO dentale.

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